Vietato giocare al parco giochi. Che regole stiamo insegnando ai nostri ragazzi?

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Leggendo le cronache locali, succede di imbattersi in notizie sconcertanti di amministrazioni comunali che vietano ai bambini di giocare nei giardini o nelle piazzette. Succede, così, che a Legnano, una mamma scrive una lettera di lamentele verso l’amministrazione comunale, a causa del divieto di giocare a pallone nel parco adiacente la scuola. Oppure, notizia fresca fresca, si sente di bambini multati a Torino perché giocavano a pallone nei giardini.

Chi non ha bambini magari non se ne accorge, ma genitori, nonni e babysitter lo sanno bene:  all’ingresso di quasi tutti i parchi, giardini, piazzette e cortili ci sono dei cartelli dove, tra i vari divieti, c’è quasi sempre il divieto di giocare a pallone.

Non vogliamo sindacare sui motivi, sicuramente validi, per cui esistono questi divieti, ma ci chiediamo se siano state prese in considerazione tutte le necessità, comprese quelle dei più piccoli. Lasciando ovviamente da parte i luoghi in cui il gioco non deve essere ammesso, perché di alto valore culturale, non è normale che un semplice parchetto di un piccolo paese di provincia sia interdetto al gioco. Che tipo di società è quella che lascia ai bambini pochissimi spazi dove poter giocare? La società è rappresentata dagli adulti e deve saper dare il buon esempio. Altrimenti, non lamentiamoci poi che i nostri ragazzi sono maleducati, non sanno socializzare, stanno sempre attaccati al pc o allo smartphone e chi più ne ha più ne metta. Se la collettività non dà loro degli spazi per poter sviluppare e mettere in pratica le loro a abilità sociali, questo è il naturale risultato.

Ricordiamoci che i luoghi pubblici sono per tutti, anche per i bambini, che vanno tenuti in considerazione quando si vogliono mettere dei divieti. Una società civile deve saper dare delle regole, ma deve saper dare anche lo spazio a ciascuno di potersi esprimere.