12 Giugno – Giornata Mondiale Contro il Lavoro Minorile

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L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) lanciò la Giornata mondiale contro il lavoro minorile nel 2002, con lo scopo di focalizzare l’attenzione sulla portata globale del lavoro minorile e sulle azioni e gli sforzi necessari per combatterlo ed eliminarlo. Ogni anno, il 12 giugno, la Giornata Mondiale riunisce governi, datori di lavoro, organizzazioni sindacali della società civile e milioni di persone da tutto il mondo, per evidenziare la difficile situazione dei bambini lavoratori e per cercare delle soluzioni a questo triste fenomeno, che non risparmia neanche il nostro bellissimo Paese.

In Italia, infatti, sono 260 mila i minori di 16 anni che lavorano, per fare una proporzione 1 su 20. Questo è ciò che è emerso da una recente ricerca condotta da l’Associazione Bruno Trentin e Save the Children. Le cause che portano questi pre-adolescenti ad un’attività lavorativa precoce sono le condizioni famigliari, un rapporto con la scuola che non funziona e la necessità di far fronte a bisogni personali. La cosa grave è che sono oltre 30 mila i 14-15enni a rischio di sruttamento, che fanno un lavoro pericoloso per la loro salute, sicurezza o integrità morale, che lavorando di notte o in modo continuativo, con il rischio reale di compromettere gli studi, di non avere neanche un piccolo spazio per il divertimento o di non potersi riposare sufficientemente. Si inizia anche molto presto, prima degli 11 anni (0,3%),  ma  è col crescere dell’età che aumenta l’incidenza del fenomeno (3% dei minori 11-13enni), per raggiungere il picco di quasi 2 su 10 (18,4%) tra i 14 e 15 anni, età di passaggio dalla scuola media a quella superiore, nella quale si materializza in Italia uno dei tassi di abbandono scolastico più elevati d’Europa (18,2% contro una media EU27 del 15%).

l lavoro minorile non fa differenze di genere: il 46% dei minori 14-15enni che lavorano sono femmine. Le esperienze di lavoro dei minori tra i 14 e 15 anni sono in buona parte occasionali (40%), ma 1 su 4 lavora per periodi fino ad un anno e c’è chi supera le 5 ore di lavoro quotidiano (24%). La cerchia familiare è l’ambito nel quale si svolgono la maggior parte delle attività. Per il 41% dei minori si tratta, infatti,  di un lavoro nelle mini o micro imprese di famiglia, 1 su 3  si dedica ai lavori domestici continuativi per più ore al giorno, anche in conflitto con l’orario scolastico, più di 1 su 10 lavora presso attività condotte da parenti o amici, ma esiste un 14% di minori che presta la propria opera a persone estranee all’ambito familiare.

Tra i principali lavori svolti dai minori fuori dalle mura domestiche prevalgono quelli nel settore della  ristorazione (18,7%), come il barista o il cameriere, l’aiuto in cucina, in pasticceria o nei panifici, seguito dalla vendita stanziale o ambulante (14,7%), dove si fa il commesso o toccano le pulizie, insieme al lavoro agricolo o di allevamento e maneggio degli animali (13,6%), ma non manca il lavoro in cantiere (1,5%), spesso gravoso e pieno di rischi, o quello di babysitter (4%). Sono sottopagati o, adirittura, non pagati: infatti, meno della metà dei minori che lavorano tra i 14 e 15 anni dichiara di ricevere un compenso (45%), di questi solo 1 su 4 lavora all’esterno della cerchia familiare. Infine, le aree a maggior rischio di lavoro minorile in Italia sono nel Mezzogiorno, ma non sono escluse zone del Centro-Nord.

A questo si aggiunge l’inconsapevolezza di questi bambini e ragazzi perché, purtroppo, la maggioranza dei minori raggiunti con questa ricerca non sa di essere sfruttata e non sa nemmeno che cos’è un contratto di lavoro.

Link:

Dossier Indagine sul Lavoro Minorile – Associazione Bruno Trentin e Save The Children

Comunicato Stampa Save The Children